Credo che Berlusconi non possa che essere contento del risultato ottenuto a Ballarò dalla messa in scena della splendida commedia pirandelliana e dalla recitazione del riottoso Gasparri (la bestia) e del responsabile della comunicazione del Pdl, la (per via del ghigno) iena Laura Ravetto.
La piemontese ha imparato per bene il bugiardino che si era preparata. Peccato che ogni volta che hai già pensato a quello che dovrai dire, non sei in grado di reagire intelligentemente a un contesto improvviso.
“Il governo sta facendo bene, il governo ha tenuto insieme il sistema economico, ha salvato le banche” detto in un po’ tutte le salse non può bastare a ribattere alle accuse di povertà e sofferenza diffuse, all’accusa di resa o peggio di favoreggiamento nei confronti degli evasori, alle ricompense concesse agli oligarchi di questo paese (via Alitalia), all’eliminazione dell’Ici per il 60% più ricco del paese, ultima vera tassa a cui era difficile sottrarsi perché legata alla materialità, al territorio, al Pil che diminuisce molto più che negli altri stati OCSE e al debito che va verso il 120% nonostante l’esiguità delle nuove risorse destinate al fronteggiamento sociale della crisi.
La preoccupazione è che, visto che i dati di fatto, la politica del consenso, la realtà delle leggiacce e dei comportamenti dell’Imperatore non permettono un dialogo improntato sulla difesa delle proprie reali convinzioni, quest’esercito degli assoldati non può altro che mentire, traviare il discorso, disturbare l’interlocutore, slegare i contenuti dal contesto e così via.
Nota a margine. Ci sono dei caratteri nel cinema degli ultimi sessant’anni inevitabilmente connotati senza scrupoli, pur seguendo anche se per vie traverse il sentiero della legalità.
Se fra questi figuri dovessimo sceglierne uno usato a detrimento del genere umano, questi è l’avvocato di multinazionale.
E fra i tipi di multinazionale, quali le più odiose? Probabilmente quelle farmaceutiche, direte voi.
Ecco, questo era il mestiere della Ravetto prima di Berlusconi: responsabile degli affari legali per l’Italia di una multinazionale farmaceutica.
Niente di male, ci mancherebbe, ma non certo l’ultima dei puri. Ci potremo mai aspettare da lei sincerità, onestà intellettuale? Certo. Se questo non metterà nei guai il di lei datore di lavoro.
Le visage du rôle dell’avvocato dei forti ce l’ha, comunque. Fastidiosa.
A interpretare la Virtù c’era la neoassurta a fama nazionale Debora Serracchiani, segretaria del Pd di Udine e candidata alle europee. Talmente illibata ai nostri occhi ingenui da non sembrar vera. Talmente buona da interrompersi per avvertire Gasparri che gli stavano cadendo gli occhiali. Purtroppo non a conoscenza del mezzo televisivo fino in fondo. Non ci si ferma anche se si è detta la frase, il concetto della vita. Si continua fino al secondo avvertimento, Debora. Ne abbiamo mille di cose da poter dire, non due o tre.
Maurizio Gasparri (la Bestia) si commenta da sé si dirà. Vero.
Provo comunque a colorarvelo.
Gasparri quando lo ascolti, quando lo vedi interagire autarchicamente, ti rendi immediatamente conto della superiorità della tua parte politica (e anche un po’ della tua personale), che non si potrebbe permettere di far girare per le tv un cretino del genere, sociologicamente parlando intendo. Del secondo tipo, anche se sposato.
Aggiungo io, uno di quelli che vanno avanti per la loro strada senza chiedersi mai nulla.
Mai nulla della propria moralità, sensibilità, umanità.
Uno di quelli che sembra abbiano dentro la testa un esercito di scimmie urlanti. Quando parla e anche quando sta zitto.
Uno di quelli che incontri e non avresti mai voluto incontrare, mai aver avuto a che fare con un tipo così.
Un tipo che si è permesso di interrompere tutti gli ospiti da cui non sentiva quello che avrebbe voluto sentire, fra cui il presidente della Regione Puglia Nicky Vendola (l’Uomo) (con tutti i suoi difetti, per carità), vomitandogli accuse marginali che riguardano un assessore della sua giunta [per la cronaca, assessore dimessosi o fatto dimettere appena si era intuita la possibilità di un’indagine nei suoi confronti], un momento dopo che si permette di ventilare l’affaire David Mills, la cui sentenza di condanna in primo grado parla di un reato che il nostro amato presidente del Consiglio ha o avrebbe commesso (che modo si usa per le sentenze?): una corruzione giudiziaria. Senza nemmeno riprender fiato continua poi con rilievi, sempre di natura giudiziaria, e davvero non pertinenti mossi nei confronti di Di Pietro (perché lui?).
Rilievi fatti in modo assolutamente maldestro e improprio, e per giunta su di un argomento – la moralità in politica – che per la destra, ieri più di sempre, non sarebbe dovuto essere proficuo toccare. Una faccia di tolla talmente brutale e insistente nel suo essere pretestuoso da far uscire a Nicky Vendola un bel vaffanculo fuor di denti. Meritatissimo.
Avete presente la muta di segugi di Monty Burns? Stessi ottusa idiozia, timbro e mancanza di grazia, stesso tipo di padrone. E allora come si faceva a resistere? Non lo sapremo mai se sarebbe scappato anche a noi. Un dieci alla spontaneità, un due all’opportunità, Nicky.
Non contento della bella figura, Maurizio Gasparri, per spiegare che ha ragione, preferisce sbattere in faccia all’avversario le vittorie elettorali piuttosto che rispondere nel merito. Non occorre rispondere, ci sono le vittorie della destra in Abruzzo e Sardegna e i sondaggi a testimoniare il buon comportamento del governo. Non si risponde ai dati della crisi, ma si sorride sui dati elettorali che darebbero ragione al loro operato.
Il consenso prima del bene comune. Il trionfo della metapropaganda.
In questi mesi tutto sembra incredibile. Svegliare il popolo assopito mettendo in evidenza tutte le menzogne di B, i suoi interessi privati che distruggono alle radici il nostro paese e l’ulteriore, ennesimo, pleonastico Mills, è più che giusto. E’ doveroso.
Ma non credete che dovrebbe bastare l’esempio di uno come Gasparri, incredibilmente nominato dai nostri avversari deputato, nonché Presidente del gruppo parlamentare dell’organizzazione denominata Il Popolo della Libertà a far vincere a Pd e alleati le elezioni in un paese appena civile?!
Questa cosa parla da sola a tutte le orecchie degne di questo nome.
Come può uno così essere un politico? Perché dovrebbe essere un nostro deputato? Perché è un fido cagnaccio senza scrupoli pronto anche a mordere alle caviglie l’interlocutore oppure perché è pronto a mettere nome e faccia su leggi impresentabili? Ma sì, anche per questo.
Credo però che uno come Gasparri sia parte essenziale, carburante di un progetto più ampio. Le sua grida sguaiate disorientano e disgustano talmente tanto il pubblico da portare alla disaffezione verso la politica, verso il politico in quanto tale.
Il problema sta in questo. Ci dobbiamo chiedere: come hanno fatto a portare così in basso il livello culturale del popolo italiano da renderlo incapace di distinguere – se non le politiche della sinistra e della destra – almeno per via intuitiva un comportamento civile da uno sistematicamente rissoso e spocchioso? Come si fa a sopportare un Gasparri, un Ghedini, un Ignazio Benito Maria La Russa e votare per quelli della loro parte politica?
La risposta sta negli anni di vischiosità Vespa, delle inchieste all’acqua di rose di programmi popolari come Striscia la notizia, in cui il rilievo della gravità penale e politica è perso, è confuso dalla piattezza delle risatine e dei toni, sta negli anni dei “panini” politici del tg1 2001-2006, quelli di Pionati per intenderci (schema: opinioni della maggioranza, opinioni della minoranza, opinioni del governo), dei ghigni incapaci o nolenti a distinguere di Mentana, e purtroppo anche delle urla di Grillo, che si è permesso di sostenere scompostamente che “la sinistra è ancora peggio della destra”!
Questo genere di giornalismo non solo contribuisce giorno dopo giorno, ma si propone di infilare tutti nel pentolone dell’antipolitica. Rossi e neri e azzurri tutti uguali nel mare dell’imprecisione, del rapporto frivolo coi dati, con la verità, con la pertinenza.
E poi ci sono le persone, c’è il popolo. Voi lo sapevate che votando An nel Lazio – An confluita nel partito dell’uomo più potente e pericoloso per l’Italia – eleggevate Gasparri deputato e votando Forza Italia in Sicilia eleggevate senatore il condannato in primo grado per mafia a nove anni Dell’Utri Marcello, amico intimo e collaboratore di papi Silvio dagli anni settanta.
Zitti e chiotti l’avete fatto lo stesso e noi ce li siam beccati.
Ma no, voi non votate le persone, votate il programma.
No, aspettate. Voi siete di destra, ma non siete interessati alla politica italiana.
Queste le due ultime scus… ragioni che ho appreso hanno fatto votare destra.
Ci sarebbe da ridere non fosse tutto vero.
Alé.
di marco dewey