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Aiuti ai paesi poveri? Arrivano gli italiani, i pezzenti del mondo.

25 gennaio 2010, lunedì


In questi giorni di aiuti mondiali alla disastrata Haiti leggo di promesse e di navi che partono, di annunci di aiuti, di decisioni di aiuti, di “non possiamo tirarci indietro”, di afflato nazionale, e saremmo anche presi da un certo orgoglio se potessimo dimenticare che la storia dei governi Berlusconi -e meno clamorosamente, sebbene insufficientemente, Prodi– afferma ben altro.
Se potessimo dimenticare che al posto della protezione civile ci sarà presto una s.p.a.,  e accanto al ministero della Difesa ci sarà presto una Difesa Servizi s.p.a..
Se potessimo dimenticare che dietro una crisi -visti i fatti sopralinkati- questa destra vede possibilità di arricchimento e che dietro la parola di Berlusconi non c’è un onore da difendere.

Torniamo con la mente a sei mesi fa, così, nel caso ci fossimo distratti.
Leggiamo di un incontro straordinario: Bob Geldof si confronta con Berlusconi a Palazzo Chigi per un colloquio-intervista con Mario Calabresi direttore de La Stampa.
Berlusconi che incontra un non allineato? Cos’è, diventato matto?
Mi verrebbe di avvertirlo: “Guarda che lui non tira avanti per tua grazia ricevuta, quello lì non ti deve e non ti dovrà niente”.

Siamo alla vigilia del G8 dell’Aquila, quello tutto spot e sorrisoni.
Qualunque baggianata proferirà, sarà considerata credibile o plausibile dalla barbara maggioranza degli italiani.
Ha già tutto in mente: dirà che l’organizzazione sarà considerata ineccepibile e i risultati politici ottenuti importantissimi.
Che questo concorrerà a dare lustro all’Italia e a garantire gli aiuti per la ricostruzione del capoluogo abruzzese da mezzo mondo.
Che gli esiti reali del G8 siano stati, poi, anche per L’Aquila, clamorosamente insufficienti e sarà considerato evento del tutto ininfluente dalla quasi totalità degli osservatori è notorio, ma ora, alla vigilia, il nostro regnante ancora ci crede e non potrebbe permettersi delegittimazioni di sorta.
Eppure, sulla sua agenda ha un incontro col di nuovo pugnace paladino dei diseredati africani, difensore degli ultimi della terra.

Cosa sarà mai. Si accontenterà ancora delle promesse e dell’apparente bonomia di un uomo potente come lui e finirà tutto in pochi minuti.

E invece no. Berlusconi non sa che farà una delle figure più barbine della sua storia (seconda solo a quella al parlamento europeo, ricordate Schultz?).
Uno degli uomini più potenti del mondo, costretto a star lì a traccheggiare con un cantante che non si accontenta più di parole e sorrisi (al contrario dei nostri giornalisti).

L’abbiamo votato noi uno che pensa prima a lui poi agli altri, no?
Li sapevamo quali erano i suoi valori, no?
Cosa ci aspettiamo ora? Che pensi ai bambini africani?
Se fosse premiante alle elezioni uno così se li mangerebbe i bambini africani!
Lui ha preferito sacrificare quattro volte tanto il dovuto per il 2009 per gratificare -con l’esenzione del pagamento dell’Ici- il 60% dei proprietari di casa più ricco del paese, questa sì un’elemosina pro capite.
Lui ha preferito tagliarli per legge gli aiuti alla cooperazione!
That’s Italy, baby. Calabraghe coi ricchi, piagnoni con gli ultimi della terra.
Un posto dove i governi sperano solo sia il senso di colpa o la bontà dei singoli a trovare la strada delle proprie tasche.
Siamo dei barbari pezzenti.
Il peggiore fra tutti i popoli del mondo.
E i politici che non arriveranno a farci versare lo 0,5% del Pil, d’ora in avanti non saranno per me uomini e donne degni di questo nome.

Enjoy. Si fa per dire.

di marco gattafoni

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